Fratello di Giuseppe, capo della "famiglia"
mafiosa di Catania, Antonino Calderone aveva rivestito la carica di "vice
rappresentante" fino alla morte del congiunto, assassinato nel 1978 perché legato al
"gruppo Bontate-Inzerillo" e sostituito con Benedetto Santapaola.
Dopo la morte del fratello, che aveva anche ricoperto dal 1975 al 1977 anche la carica di
coordinatore della Commissione Regionale (costituita nel 1975 tra i vari rappresentanti
delle Province nelle quali esistevano "famiglie" di Cosa Nostra per trattare le
questioni di interesse comune), il Calderone era rimasto per alcuni anni a Catania, prima
di allontanarsene definitivamente nel 1981, consapevole dei gravi rischi personali che
correva per i suoi rapporti di parentela con il boss ucciso.
Tratto in arresto a Marsiglia, nell'aprile del 1987 iniziava a collaborare con la
magistratura italiana, fornendo importanti informazioni sulle modalità organizzative
delle "famiglie" e delle "province" nonché sulle dinamiche di
funzionamento interne a Cosa Nostra nel periodo in cui era latente il conflitto tra
"corleonesi" e "gruppo tradizionalista".
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