Cosa Nostra, l'affiliazione, i principi, le regole

Questa la descrizione di alcune delle caratteristiche principali di Cosa Nostra - almeno fino alla prima metà degli anni Novanta - fornita dai giudici della Seconda Sezione di Corte d'Assise del Tribunale di Palermo, nella Sentenza del 12 aprile 1997 (Presidente, Vincenzo Oliveri - Giudice a latere, Mirella Agliastro):

Coppola<<L'ingresso nell'associazione "Cosa Nostra", secondo le unanimi rivelazioni dei "pentiti", avviene per "cooptazione", basata su criteri ereditari o di selezione meritocratica; vige invero un criterio estremamente selettivo di reclutamento dei singoli membri che già provengono da ambienti mafiosi o da famiglie appartenenti alla mafia da più generazioni.
La rigidità delle relative procedure si estrinseca in un controllo scrupoloso del "curriculum" sia individuale (qualità e attitudini delinquenziali) sia familiare dei candidati incentrato sulla loro affidabilità criminale, sull'assenza di eventuali condizioni ostative (non provenienza dei loro parenti dalle fila delle forze dell'ordine e della magistratura, oppure di congiunti di "vittime" di Cosa Nostra medesima): in altre parole occorre una situazione familiare "limpida", secondo gli "archetipi" della antica cultura siciliana e l'assenza di vincoli con persone che rappresentino l'autorità dello Stato.
I ranghi della cosca sono costituiti da due gruppi di soggetti: gli uomini d'onore, "i soldati"- coloro che, essendo stati ammessi tramite un'iniziazione formale (sono combinati), hanno accesso potenziale a tutte le informazioni e le possibilità di carriera interne alla famiglia stessa - e "gli affiliati", ossia coloro i quali, pur non avendo ricevuto un'iniziazione formale, collaborano a tempo pieno alle attività lecite ed illecite della cosca, ne costituiscono parte integrante pur possedendo un accesso segmentato alle informazioni.
Il rapporto fra gli uomini d'onore e gli affiliati è molto stretto: le due categorie si trovano in una relazione di continua osmosi, in quanto è dal gruppo degli affiliati che vengono reclutati i nuovi uomini d'onore della cosca. […] Nella qualificazione di "uomo d'onore" attribuita dai collaboranti ai soggetti chiamati in correità viene ricompresa oltre che l'iniziazione tramite apposito rito, la coeva ed assoluta accettazione delle regole dell'agire mafioso e della messa a disposizione del sodalizio di ogni energia e risorsa personale per qualsiasi impiego criminale.
Vi è poi una cerchia di fiancheggiatori e uomini "a disposizione" delle cosche, i quali in genere vengono tenuti lontani dall'apparato di Cosa Nostra per garantire una maggiore insospettabilità.
Attorno alla cosca gravita una congerie di elementi legati ai membri del nucleo da vincoli di parentela biologica o artificiale (tramite la pratica del comparaggio): si tratta di persone appartenenti ai ceti più disparati della società, dalle professioni liberali fino ai dipendenti dell'amministrazione pubblica, compresi esponenti della criminalità economica e finanziaria, uomini politici ed amministratori "amici", che intrattengono un rapporto non sistematico né visibile, ma di pieno affidamento, fornendo informazioni, consulenza, nascondigli e prestazioni.
Alcuni collaboranti, per indicare la categoria degli "affiliati" (che è estranea alla terminologia in uso a "Cosa Nostra"), hanno definito la posizione di tali persone come "vicine" all'ambiente mafioso, riferendosi sia a coloro che sono in procinto di essere combinati e quindi conoscono già tutto dell'associazione e dei suoi membri, sia a coloro che vengono "coinvolti" pur nella consapevolezza della loro disponibilità […].Cannella
Una peculiarità di questa associazione si è rivelata la "sorprendente stabilità" attraverso il tempo, in quanto l'esercito dei "soldati" della mafia non appare destinato ad esaurirsi o ad assottigliarsi (essa infatti può contare su un ricambio quasi fisiologico ancorché spesso violento, fondato anche sulla aspirazione da parte di giovani malavitosi comuni a trovare spazi e posizioni personali allo interno della élite mafiosa, considerata l'aristocrazia del crimine): questo incessante processo consente il continuo ricompattamento dei ranghi e garantisce la sua durata nel tempo […].
Altra caratteristica consiste, ancora, nel "radicamento territoriale delle cosche": il territorio viene suddiviso in zone di rispettiva influenza, in modo da non lasciarne scoperta od incontrollata alcuna porzione. Questa centralità è stata ribadita da tutti i collaboratori di giustizia. Il territorio serve per svolgere i propri traffici, per conoscere e prevenire le manovre degli avversari, per esercitare il dominio sulle popolazioni.
"Cosa Nostra" considera poi indispensabile "l'impunità", che è il segno tangibile del prestigio dell'uomo d'onore, in quanto rende evidente la sua capacità di condizionare l'attività dello Stato: su questo punto concordano le deposizioni dei collaboratori di giustizia, che trovano riscontro nella "immunità" di cui ha potuto godere per lunghi anni detta associazione .
L'impunità presenta vari aspetti: non essere perseguiti per attività criminali, essere assolti o essere condannati a pene risibili, godere di trattamenti particolarmente privilegiati in carcere, non essere arrestati nonostante si sia destinatari di provvedimenti restrittivi della libertà personale, etc.
L'impunità sanziona il carattere di <<Stato nello Stato>> che "Cosa Nostra" tende ad assumere; se non si è puniti dallo Stato è segno che si è o più forti dello Stato o riconosciuti e legittimati dai pubblici poteri.
L'esercizio del potere si basa sulla disponibilità di una "forza militare", funzionale alla tutela degli interessi dell'organizzazione ed alla sicurezza personale dei suoi rappresentanti; da ciò l'obbligo di mantenere una forza d'urto in grado di produrre deterrenza e rispetto della sovranità territoriale da parte delle famiglie confinanti, accentuata nel periodo storico di affermazione della fazione facente capo ai Corleonesi.
Il ruolo della "violenza" determina ascese molto rapide: la carriera viene giocata all'interno di un gruppo, di una famiglia dove i rapporti vanno regolati con altri aspiranti a questa funzione, talora definiti con agguati che porta i vincenti nel cuore del potere mafioso, alla testa di potenti famiglie con repentine sostituzioni nello status e nelle attività.
Mangano La capacità di erogare violenza rappresenta un capitale essenziale speso nei circuiti mafiosi: la forza di taluni esponenti di più spiccata personalità consiste soprattutto nella loro intraprendenza e nel seguito di una risoluta banda di sicari.
Il "prestigio" all'interno della famiglia mafiosa si raggiunge con la consumazione degli omicidi, che costituisce il banco di prova in cui si dimostra la "valentia" dell'uomo d'onore, come hanno affermato unanimemente i pentiti: più è importante l'omicidio che viene commesso, più si innalza il prestigio dell'uomo mafioso le cui caratteristiche essenziali sono il coraggio, la spietatezza e la decisione.
Il prestigio consiste nel rispetto degli altri, aderenti e non all'organizzazione; il prestigio è un connotato dell'uomo d'onore, gli consente di esercitare il comando nei confronti di chi gli è sottoposto e di influire sulla collettività che gli sta attorno.
In una tradizione storica come quella siciliana, dove grande peso ha l'esercizio del potere personale ed i relativi segni esteriori, la ricerca del prestigio diventa essenziale per un'organizzazione che tende a svolgere una funzione egemonica nei confronti dell'ambiente.
L'uomo d'onore si avvale anche di un reticolo di relazioni parentali, amicali e clientelari che ne rafforzano l'immagine; il possesso di un proprio capitale di relazioni con "l'establishment" politico ed economico configura dentro "Cosa Nostra" un meccanismo per così dire "notabiliare"; il prestigio è parte essenziale del ruolo del mafioso: chi dispone di queste relazioni vede rafforzato il proprio potere nell'associazione.
Il "valore" è un'ulteriore dote dell'uomo d'onore: un killer sperimentato è un "uomo di valore", secondo il significato stravolto che gli uomini di "Cosa Nostra" attribuiscono a questo termine: come tali, essi sono portatori dei valori di coraggio, di audacia e temerarietà e di essi hanno la piena coscienza personale.
Dal momento della sua iniziazione l'uomo d'onore acquista la consapevolezza di aver perso in qualche modo la propria individualità e di venire attratto in un "universo" nel quale il vincolo di appartenenza ha una forza maggiore rispetto a tutti gli altri vincoli preesistenti.
In questo modo si acquista uno "status" circondato da considerazione sociale, da "rispetto" che pone le basi a quello che sarà il suo excursus criminale fino ad ascendere al vertice dell'organizzazione […].
Nel rituale di ammissione si esprime la simbologia del sangue presente in molte realtà del crimine organizzato e dell'annichilimento del traditore, ma in Cosa Nostra l'appartenenza all'organizzazione è un'esperienza totalizzante, comporta un senso di distinzione, di superiorità che diventa una mentalità che si assorbe rapidamente e permea l'agire umano, frutto di una precisa scelta di vita criminale >>.