Strage di via Croce Rossa

Il 6 agosto, intorno alle ore 15, nell'area condominiale di Viale Croce Rossa 81, a Palermo, veniva assassinato il vice dirigente della Squadra Mobile Ninni Cassarą e l'agente Roberto Antiochia; rimaneva miracolosamente illeso l'agente Mondo. L'agguato avveniva in coincidenza con uno dei rientri - non programmati - del dott. Cassarą nella propria abitazione, presso cui quel pomeriggio il funzionario aveva deciso di tornare, accompagnato dai due agenti di scorta, a bordo dell'autovettura di servizio.Omicidio Cassarą e Antiochia
I killers entravano in azione nel preciso momento in cui Cassarą, preceduto dall'Agente Antiochia, scendeva dall'autovettura, apprestandosi a raggiungere la scalinata che consentiva l'accesso al portone di casa. Una gragnuola di colpi di kalashinokov si abbatteva sui due uomini, mentre l'agente Mondo riusciva a trovare riparo sotto l'autovettura blindata. Pił tardi, sul luogo dell'agguato, verranno rinvenuti un centinaio di bossoli di mitragliatore.
Antonino Cassarą - Ninni, per gli amici - era stato trasferito dalla Squadra Mobile di Trapani a Palermo nel gennaio del 1980; a Trapani, aveva lavorato con il giudice Giangiacomo Ciaccio Montalto, anch'egli poi assassinato da Cosa Nostra. Giunto nel capoluogo, era stato assegnato alla sezione omicidi; successivamente aveva preso posto come dirigente della sezione investigativa; il 21 aprile 1985 era divenuto capo della Squadra Mobile e Vice Questore aggiunto, mentre - contestualmente - il commissario Beppe Montana era andato a dirigere la sezione "catturandi". Il quel periodo era Questore di Palermo il dott. Giuseppe Montesano.
Antonino CassarąCassarą era stato - tra l'altro - coautore del c.d. "rapporto dei 162", una radiografia delle cosche mafiose palermitane che avrebbe dato il via alle indagini sfociate nel cd. "maxi processo", ai mandati di cattura della notte di San Michele del 29 settembre 1984, all'arresto di Ciancimino il 3 novembre 1984 e all'arresto dei potenti esattori Salvo il 13 novembre 1984, i quali avevano svolto a lungo un ruolo di cerniera tra i poteri criminali ed il sistema politico locale e nazionale.
Con la sua azione, Cassarą aveva inciso profondamente all'interno della Questura di Palermo, introducendo nuovi metodi lavorativi e nuovi entusiasmi, accumulando conoscenze sul fenomeno criminale attraverso ricerche, indagini e intuizioni investigative; seguendo una tecnica di rado applicata in Sicilia, aveva tentato di infiltrare con successo i propri operatori nelle fila dell'organizzazione mafiosa, e tra questi gli agenti Zucchetto e Mondo. Proprio con Calogero Zucchetto, altro agente della sezione investigativa ucciso il 27 novembre del 1982, Cassarą aveva spesso l'abitudine di prendere un qualsiasi mezzo (motorino o vettura…) per avventurarsi in orari imprevisti e imprevedibili nelle borgate della periferia a Est della cittą, approfittando del fatto che Zucchetto aveva vissuto e ben conosceva la zona di Ciaculli; i due giravano per strade, viuzze e trazzere, nel tentativo di individuare covi e rifugi di latitanti.
Cassarą, ancora, aveva testimoniato al processo per la strage Chinnici presso la Corte d'Assise di Caltanissetta nel marzo del 1984, sostenendo di aver saputo personalmente dal Consigliere Istruttore Chinnici della sua intenzione di procedere all'emissione di mandati di cattura a carico dei cugini Nino e Ignazio Salvo. Quella testimonianza lo aveva stretto in un pericolosissimo isolamento che - come ricorderą pił tardi la moglie Laura - avrebbe contribuito non poco a sovraesporlo nel suo scontro quotidiano con le famiglie mafiose.